Polisonnografia: costo, quando farla, domicilio a Roma, durata
Indice
Panoramica degli esami disponibili
A chi posso rivolgermi per una polisonnografia?
Quando dovremmo pensare che è ora di sottoporsi ad una polisonnografia?
Polisonnografia: come si svolge
Come interpretare i valori della polisonnografia cardiorespiratoria
L'evoluzione della polisonnografia
Riassumiamo i contenuti di questo articolo nel seguente video, per chi preferisse questo metodo di divulgazione.
La polisonnografia è una tipologia di esame che si esegue durante la notte mentre il paziente dorme e permette lo studio dei disturbi del sonno sia di tipo neurologico che cardio respiratorio. E’ un esame sicuro, non invasivo (niente che buca), molto affidabile come risultati.
Attualmente con il termine polisonnografia si intende un ventaglio di esami diversi tra loro, è bene, pertanto, fare un po' di chiarezza.
Innanzitutto la massima parte degli esami viene ora effettuata in regime domiciliare perché è una situazione più familiare per il paziente e di certo psicologicamente meno impegnativa rispetto al regime di ricovero. Quest’ultimo è utilizzato per casi selezionati.
Prima di andare avanti dobbiamo fare una premessa: non si è ancora trovato un accordo definitivo sulla denominazione precisa di questi nuovi esami e ciò deriva in massima parte dalla velocità con cui si è passati dalla polisonnografia originale (con ricovero) ad esami che seppur non uguali vanno ad indagare comunque ciò che succede durante il sonno, con la differenza che non lo valutano in tutti i suoi aspetti.
Vediamo quali sono gli esami domiciliari disponibili in ordine decrescente di complessità:
- Polisonnografia completa con elettroencefalogramma (EEG) (studia sia il sonno che l’attività cardio respiratoria): questo è l’esame gold standard, il problema è dato dalla maggiore complessità e dal relativo maggiore costo. Solo questo tipo di esame è quello che avrebbe diritto ad essere appellato con il solo termine di polisonnografia (senza altre specifiche).
- Polisonnografia con minor canali, oppure l’utilizzo di un ossimetro, seppur più gestibili sono troppo limitati per una corretta diagnosi, possono essere utilizzati come screening iniziale a cui far seguire, in caso di positività, una polisonnografia cardiorespiratoria oppure anche quella completa di EEG.
- Polisonnografia di controllo della terapia ventilatoria (CPAP) delle apnee durante il sonno (OSAS). Questo esame può essere attuato sia in modalità completa o solo cardiorespiratoria anche con pochi canali.
E’ evidente che questo esame deve essere attuato all’interno di un percorso diagnostico e terapeutico ben preciso. In realtà prima di concentrarsi sulla polisonnografia è bene scegliere un centro in cui vi siano Medici esperti in Medicina del Sonno, saranno loro a scegliere il tipo di esame da attuare, saranno sempre loro i responsabili della refertazione e con loro scegliere il tipo di terapia da adottare.
Per inciso: il Ministero della Salute ha normato sia la diagnosi che le terapie per questa patologia ed è bene che ci si attenga a quanto previsto dalla normativa in quanto si basa sulle conoscenze scientifiche più attuali e valide.
Per semplificare possiamo dire che la decisione poggia su queste situazioni più frequenti:
- Problemi di russamento ed eventuali apnee durante il sonno
- Sonno non ristoratore (che può essere causato sia dalle apnee che da altri problemi più complessi)
- Movimenti anomali di una certa entità che accadono prima di addormentarsi o durante il sonno
Come abbiamo già detto, sarà il Medico esperto in Medicina del Sonno a decidere che tipo di polisonnografia prescrivere: completa di EEG o solo cardiorespiratoria.
Qualunque sia il tipo di esame scelto, sia neurologico o cardiorespiratorio, è bene che il paziente mantenga le normali abitudini quotidiane: ora in cui si corica, alimentazione e le eventuali terapie farmacologiche. Durante la notte assumerà la posizione che preferisce.
Nel caso di polisonnografia cardiorespiratoria (o monitoraggio o poligrafia) che viene richiesta per i problemi del russamento ed apnee, in pratica per quella patologia che va sotto il nome di OSAS (ostructive sleep apnea syndrome) il paziente indosserà:
- una fascia addominale per rilevare i movimenti di espansione dell’addome
- una fascia toracica per rilevare i movimenti di espansione de torace
- una cannula nasale (tipo occhialini per l’ossigeno) per rilevare il flusso respiratorio
- un pulsossimetro, posizionato su un dito della mano, per rilevare il livello di ossigeno e contemporaneamente la frequenza cardiaca
- un sensore per rilevare il russamento
- un sensore per rilevare la posizione durante il sonno
L’esame deve essere ripetuto se il numero di ore di sonno è inferiore a 4 oppure se qualche sensore, staccandosi, non ha permesso una corretta registrazione.
Questa immagine permette di capire qual è l’assetto per questo esame
Nel caso di polisonnografia neurologica (o completa) che viene richiesta per individuare alterazioni della struttura del sonno, epilessia notturna, parasonnie, insonnia, disturbi della fase REM, attacchi di panico notturni, risvegli confusionali, sonnambulismo, narcolessia, sindrome delle gambe senza riposo, bruxismo e molti altri disturbi neurologici, il paziente indosserà sia i sensori della cardiorespiratoria, che in aggiunta:
- elettrodi su punti specifici della pelle della testa per l’elettro encefalogramma (EEG)
- elettrodi per lo studio dei movimenti degli occhi (EOG), sulla tempia vicino l’occhio
- elettrodi sul muscolo mentoniero EMG chin
- elettrodi sul muscolo tibiale EMG tib
- eventuale elettrodo per elettrocardiogramma (ECG)
Questa immagine permette di capire qual è l’assetto per questo esame
L’interpretazione dei valori ha subito una enorme evoluzione: inizialmente si utilizzava solo l’indice AHI, ovvero il numero delle apnee ed ipopnee che accadono ogni ora.
- AHI inferiore a 5 = normale
- AHI tra 5 e 14 = osas lieve
- AHI tra 15 e 29 = osas moderato
- AHI sopra 30 = osas grave
In realtà si è compreso che questa classificazione non rispondeva affatto alle numerose variabili presentate dai pazienti e pertanto questo indice viene ora incrociato con tanti altri parametri quali la durata delle apnee, il livello di ossigenazione, quanto tempo in totale il paziente rimane a livelli bassi di ossigeno, in che posizione avvengono le apnee (in posizione supina o anche di lato).
Solo la valutazione complessiva di tutti i parametri può definire la reale situazione e scala di gravità.
i costi della polisonnografia variano sia in relazione alla tipologia dell’esame (polisonnografia con EEG oppure cardiorespiratoria) ed anche, ovviamente ai servizi collegati: è il paziente ad andare a prendere l’apparecchio presso il centro e poi si incarica di riportarlo il giorno dopo, oppure sono dei tecnici che vanno al domicilio del paziente sia per consegnare che per ritirare l’apparecchio.
Nei costi è compresa la refertazione che deve essere attuata solo da un Medico Esperto in Medicina del Sonno. A tal proposito è bene sapere che non essendoci ancora una specializzazione, si diventa Medico Esperto in Medicina del Sonno esclusivamente frequentando appositi Master universitari oppure mediante un esame presso l’Associazione Italiana di Medicina del Sonno (AIMS). Nel referto, pertanto, deve essere ben evidenziato che il Medico abbia tali requisiti.
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Infine, per i più curiosi, qui di seguito puoi trovare qualche informazione aggiuntive riguardo la storia di questo esame.
La polisonnografia nasce tra il 1956 e 1959 per studiare le fasi del sonno e per la diagnosi di movimenti anormali durante il sonno. Inizialmente si sono utilizzati gli elettrodi incollati sulla cute in punti ben codificati del cranio per l’elettroencefalogramma (EEG) e quelli dell’elettroculogramma (EOG) per valutare i rapid eyes movements (REM) posti sulle tempie vicino l’occhio, più ulteriori elettrodi elettromiografici (EMG) per valutare l’attività muscolare scegliendo convenzionalmente di porli sui muscoli tibiali e sul muscolo sottomentoniero.
Inizialmente, quindi, questo esame aveva come scopo una valutazione solo neurologica di ciò che accade durante il sonno. Negli anni successivi, ci si rese conto che durante il sonno accadevano delle fasi in cui il soggetto non respirava normalmente per cui nel 1965 si aggiungevano altri elettrodi proprio per lo studio degli eventi respiratori fino ad arrivare alla configurazione definitiva per cui oltre agli elettrodi neurologici per l’EEG, l’EOG ed EMG, si sono utilizzati quelli per una valutazione cardiorespiratoria mediante un pulsossimetro da applicare su un dito, una fascia toracica, una fascia addominale, una cannulina per il flusso oronasale, elettrodi per l’attività cardiaca e un sensore di posizione.
Questo esame, aveva inizialmente uno scopo di ricerca, veniva attuato solo in regime di ricovero e spesso si utilizzava anche una videoregistrazione, il tutto con un controllo diretto in una stanza attigua da parte di un tecnico per tutta la notte. Evidentemente è molto complesso e costoso e si continua ad utilizzare solo per casi molto specifici. Nella pratica clinica sono stati ideati altri test, ognuno con indicazioni molto precise, in modo da semplificare il più possibile l’impegno per il paziente e contemporaneamente ridurre i costi. Ovviamente la scelta del tipo di esame è fondamentale sia per evitare di farne uno troppo complesso o al contrario troppo semplice e quindi insufficiente, in relazione alla situazione del paziente. Questa scelta viene attuata da un Medico esperto in Medicina del Sonno.